ROBERT FRANK

Paese: Stati Uniti
Nascita: 1924 | Morte: † 2019

Robert Frank nasce a Zurigo il 9 novembre 1924, svizzero naturalizzato statunitense. E’ stato un fotografo e regista fra i più famosi a livello internazionale.
Nato in una famiglia di origini ebraiche, lascia l’Europa nel 1947 per trasferirsi negli Stati Uniti. A New York trova ingaggio come fotografo di moda per Harper’s Bazaar.

Parallelamente alla fotografia di moda svolge una prolifica attività di reporter freelance che lo porta ad affrontare viaggi in Perù e Bolivia nel 1948 e in Europa nel 1949. Nel 1950 Frank ha già un nome ed Edward Steichen include alcune sue fotografie nella mostra 51 American Photographers allestita al Museum of Modern Art di New York, e poi nella celebre The Family of Man del 1955.

Tra il 1952 e il 1953 Frank decide di abbandonare definitivamente la fotografia di moda e comincia a lavorare sempre più seriamente come fotogiornalista. Nel 1955 è il primo fotografo europeo a ricevere la borsa di studio annuale promossa dalla Fondazione Guggenheim di New York. Con i soldi ricevuti viaggia per tutti gli Stati Uniti nel 1955-56, scattando 767 rullini, equivalenti a 27.612 immagini. Dopo una prima selezione di circa un migliaio di immagini, egli finisce, in un processo di selezione che durerà più di un anno, per sceglierne soltanto 83 da mostrare al pubblico.

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Parade Hoboken New Jersey 1955 – From The Americans © Robert-Frank

Nel 1958 Robert Delpire pubblica a Parigi “Les Américains” e l’anno dopo la Grove Press pubblica il volume negli Stati Uniti col titolo “The Americans”.

Con il suo famosissimo libro Robert Frank visualizza la profonda solitudine della popolazione negli Stati Uniti.
Il libro – che contiene le immagini scattate sulle strade americane è considerato ancora oggi una pietra miliare nel mondo della fotografia.
Il libro di Frank mostra l’America in tutte le sue sfaccettature, restituendone un’immagine molto distante da quella propagandata dal discorso ideologico del dopoguerra americano: il paese di Frank è insomma ben lungi dall’essere la terra dell’American Dream.

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Trolly New Orleans 1955 – From The Americans © Robert Frank

Come scrisse Jack Kerouac nella sua introduzione all’edizione americana del libro:

“Robert Frank, svizzero, discreto, carino, con quella sua piccola macchina fotografica che tira su e fa scattare con una mano, ha estratto una poesia triste dal cuore dell’America”.

Frank venne definito dal New York Times Magazine “il più influente fotografo in vita” ed è largamente considerato uno dei più importanti fotografi del Novecento. The Americans, però, non fu subito apprezzato e ricevette inizialmente anche dure critiche, per lo stile e per il contenuto delle foto. Frank aveva fotografato scene di vita di ogni tipo, spesso in contraddizione con l’idea positiva che gli Stati Uniti volevano dare di loro stessi in quegli anni; e lo aveva fatto con uno stile a volte sporco, scattando fotografie a colpo d’occhio, a volte senza nemmeno scendere dall’auto, se stava viaggiando. Per queste stesse ragioni, The Americans diventò poi uno dei libri più apprezzati e celebrati della storia della fotografia e del foto-giornalismo, rendendo Robert Frank uno dei più importanti e influenti fotografi della sua generazione.

Dopo la straordinaria esperienza di The Americans, Frank abbandonerà a lungo la fotografia, preferendo dedicarsi al cinema: nel 1959 egli infatti realizza la sua più nota collaborazione con i membri della Beat Generation, dirigendo insieme al pittore Alfred Leslie il primo di numerosi film. Pull My Daisy, scritto e narrato da Jack Kerouac e interpretato, tra gli altri, da Allen Ginsberg e Gregory Corso, il film sarà considerato il padre del cinema d’avanguardia statunitense noto come New American Cinema.

Dopo la tragica perdita della figlia Andrea che muore appena ventenne in un incidente aereo, Frank ricomincia a riutilizzare la macchina fotografica. Dalla metà degli anni settanta in poi, la sua fotografia è lontana dai reportage precedenti: usa collage, vecchie fotografie, fotogrammi, polaroid; scrive, graffia e incide direttamente sul lato sensibile della pellicola. Frank alterna soggiorni a New York con lunghe permanenze a Mabou, in Nova Scotia, insieme alla compagna e pittrice June Leaf.

La vita di Robert Frank rimane segnata da un altra grande tragedia familiare, la morte del figlio Pablo che dopo diversi anni passati a curarsi in cliniche per cancro e schizofrenia, si suicida nel 1994. Nello stesso anno, Robert Frank dona gran parte del suo materiale artistico alla National Gallery of Art di Washington che crea la Robert Frank Collection. Nel 1996 vince il prestigioso Hasselblad Award e nel 2000 il Cornell Capa Award.

Muore a Inverness in Scozia, il 9 settembre 2019 all’età di 94 anni.

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