LUIGI GHIRRI

Paese: Italia
Nascita: 1943 Morte: † 1992
Web: www.archivioluigighirri.com

Luigi Ghirri è stato uno dei fotografi italiani più rinomati del XX secolo. Fu un grande fotografo concettualista, quasi surrealista, ben noto non solo per la quantità incredibile di scatti (oltre 150.000) ordinati in oltre trenta raccolte, ma anche per la grande varietà di soggetti: Ghirri fotografava tutto ciò che catturava la sua attenzione.

Nato il 5 gennaio 1943 a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, Ghirri inizia a fotografare nel 1969, collaborando e confrontandosi con artisti concettuali.

Il percorso procede lentamente poiché il fotografo era subissato dai debiti e senza un soldo. Nonostante questo riuscì a fondare la sua casa editoriale “Punto e Virgola” nel ‘74, che gli permise di pubblicare il suo primo libro Kodachrome. Una semplice brossura e in copertina un reticolo, come il foglio di un quaderno a quadretti, con un omino stilizzato che fotografa con una vecchia macchina a treppiede. Un’immagine spiazzante, che si distacca dallo stereotipo diffuso dell’editoria fotografica, con un titolo che cita la più conosciuta pellicola a colori. Kodachrome raccoglie il lavoro fotografico di Ghirri dal 1970 a 1978 e descrive il suo percorso esistenziale e artistico fortemente radicato nell’Emilia delle neoavanguardie dei movimenti di Poesia visiva, Concettualismo e Neo Dada, con cui collabora fotografandone le opere.

Marina di Ravenna, 1986 da Paesaggio italiano © Eredi di Luigi Ghirri
Marina di Ravenna, 1986 da Paesaggio italiano © Eredi di Luigi Ghirri
Marina di Ravenna, 1972 Dalla serie "Kodachrome" © Eredi di Luigi Ghirri
Marina di Ravenna, 1972 Dalla serie “Kodachrome” © Eredi di Luigi Ghirri

Geometra per lavoro, artisticamente per tutti gli anni settanta procede componendo serie evocative dei vari temi della visione: l’immagine naturale e quella artificiale, l’ambiguità del paesaggio contemporaneo, la citazione della storia, l’immaginario del consumo. In quegli anni entra in contatto con Massimo Mussini e Arturo Carlo Quintavalle, inizia una proficua collaborazione con lo CSAC, che conserva ora la più ampia raccolta di suoi vintage-print, a cui dona periodicamente aggiornamenti della sua opera, con cui collabora anche come membro del comitato scientifico della Sezione Fotografia, suggerendo e indicando materiali storici da acquisire.

Pescara, 1972 © Eredi di Luigi Ghirri
Pescara, 1972 © Eredi di Luigi Ghirri
Rimini, 1977 © Eredi di Luigi Ghirri
Rimini, 1977 © Eredi di Luigi Ghirri

Nel 1979 CSAC gli dedica un’ampia rassegna che antologizza tutta l’opera precedente e costituisce un punto di svolta per la sua vicenda. Prosegue poi con ricerche orientate al paesaggio, all’architettura (sollecitato in questo da Aldo Rossi), collabora e stringe amicizia con scrittori e musicisti tra cui Gianni Celati, Ermanno Cavazzoni, Antonio Tabucchi, Lucio Dalla. Dalla in particolare riuscì ad allontanarlo brevemente dall’Italia per seguirlo in una delle sue tournée negli Stati Uniti. 

Organizza originalissime imprese collettive, coinvolgendo altri fotografi attivi sugli stessi temi, di descrizione del paesaggio italiano, tra cui vanno ricordati Viaggio in Italia (1984) e Esplorazioni sulla Via Emilia (1986). 

Il progetto di Viaggio in Italia in particolare, ideato da Ghirri e curato oltre che da lui stesso da Gianni Leone ed Enzo Velati, è una pietra miliare per la fotografia italiana, costituendo un manifesto non ufficiale della scuola di paesaggio italiana nata in quegli anni. Si tratta di un libro e di una mostra itinerante che raccoglieva immagini di molti autori sia italiani che, in misura minore, stranieri, come Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Giannantonio Battistella, Vincenzo Castella, Andrea Cavazzuti, Giovanni Chiaramonte, Mario Cresci, Vittore Fossati, Carlo Garzia, Guido Guidi, Luigi Ghirri, Shelley Hill, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Claude Nori, Umberto Sartorello, Mario Tinelli, Ernesto Tuliozi, Fulvio Ventura, Cuchi White. Dal 1983 al 1985 tiene corsi di Storia della fotografia all’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università degli Studi di Parma.

Dal 1981, su sollecitazione da Vittorio Savi, si confronta con la fotografia di architettura nel territorio. In particolare fotografa per lo stesso Savi, per Aldo Rossi e Paolo Zermani. Negli stessi anni stringe amicizia con lo scrittore Gianni Celati. I suoi paesaggi sono sospesi, non realistici, per certi versi metafisici, spesso privi di figure umane ma mai privi dell’intervento dell’uomo. L’uso di colori delicati e non saturi è fondamentale nella sua poetica e nasce dalla stretta collaborazione con il suo stampatore Arrigo Ghi. Di notevole spessore gli scatti dello studio bolognese di via Fondazza del pittore Giorgio Morandi. Autore di copertine di numerosi album per la RCA sia di musica classica che di artisti italiani come Lucio Dalla, Gianni Morandi, Luca Carboni, CCCP – Fedeli alla linea (Epica Etica Etnica Pathos), Stadio, Ciao Fellini, Robert & Cara e altri. 

Viene improvvisamente a mancare a causa di un infarto il 14 febbraio 1992, all’età di 49 anni. Come lo ha definito Massimo Mussini, è stato certamente uno dei maggiori e più influenti fotografi italiani del Novecento. Una fondazione che porta il suo nome oggi si dedica alla tutela e alla diffusione della sua enorme collezione fotografica.

Era un fotografo incostante e distratto, amava iniziare nuovi progetti destinati a non terminare mai, celebre per i suoi paesaggi, Ghirri era in realtà uno studioso delle forme e della semplicità, gli elementi fondamentali su cui si costruisce la realtà.​ Il paesaggio visto attraverso i suoi occhi assume connotati nebulosi, i bordi delle figure si fanno quasi eterei e sfumati, i soggetti sono lontani e la percezione del vuoto diventa spesso l’elemento più invadente. L’uso del colore era essenziale per consolidare questa visione, e Ghirri fu uno dei pionieri nell’adozione del colore nella fotografia, nonostante fosse inizialmente poco apprezzato in un’epoca in cui la pellicola a colori era più comune nelle pubblicità e sulle cartoline.

Carpi, 1973 © Eredi di Luigi Ghirri
Carpi, 1973 © Eredi di Luigi Ghirri

Un’altra particolarità del suo stile è la notevole carenza di persone: Ghirri desiderava fotografare l’uomo perlopiù attraverso gli oggetti e i luoghi della sua vita oppure, al contrario, nelle sue mani le persone diventavano strumenti attraverso i quali si esplicano le idee.

Reggio Emilia, Masone, Casa Benati, 1985 Paesaggio italiano © Eredi di Luigi Ghirri
Reggio Emilia, Masone, Casa Benati, 1985 Paesaggio italiano © Eredi di Luigi Ghirri

Uno dei suoi lavori sicuramente più importanti fu quello sui “non luoghi”: quegli spazi che costruiscono il nostro quotidiano, gli angoli, i corridoi, gli scorci trascurati ed invisibili. Le fotografie “da catalogo” costituiscono un’altra grossa fetta del suo lavoro: scatti monotoni che ritraggono elementi di ovvietà quotidiana: porte, finestre, piante e addirittura una raccolta di scatti sul cielo, realizzata in un anno che cattura un’immagine al giorno per 365 giorni. 

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