LETIZIA BATTAGLIA

Paese: Italia
Nascita: 1935 Morte: † 2022
Instagram: letiziabattaglia_ph

Letizia Battaglia (Palermo, 5 marzo 1935 – Palermo, 13 aprile 2022) è stata una fotografa e fotoreporter italiana. Legata alla sua Palermo, Battaglia si contraddistinse anche per il suo impegno sociale e politico, legato anche ai diritti femminili.

Nota con l’etichetta riduttiva di “fotografa della mafia”, Battaglia si caratterizzò anche per i suoi lavori di documentazione fotografica sulla realtà siciliana, soprattutto palermitana, straziata dalla complicata situazione economica, sociale e culturale.

1980, Baucina – La bambina e il buio © Letizia Battaglia
1980, Baucina – La bambina e il buio © Letizia Battaglia

Letizia Battaglia nacque in una famiglia modesta. A causa dell’instabilità economica familiare e del lavoro del padre, Battaglia trascorse la sua infanzia tra Napoli, Civitavecchia, Trieste e Palermo. Sentendosi come un uccello in gabbia, Battaglia vide nel matrimonio una via d’uscita. Nel 1951, a sedici anni si sposò con Franco Stagnitta. Tuttavia, le sue aspirazioni di libertà furono vane, fino a quando nel 1964 non tornò a Palermo, svincolata dai controlli del marito ma più inquieta.

Inizia a fotografare nel 1969, a 34 anni, collaborando con il giornale palermitano L’Ora e si trova ad essere l’unica donna tra colleghi uomini. Nel 1970 si trasferisce a Milano dove, come fotografa, collabora con varie testate. Nel 1974 ritorna a Palermo e con Franco Zecchin crea l’agenzia Informazione fotografica, frequentata da Josef Koudelka e Ferdinando Scianna. 

Nel 1974 si trova a documentare l’inizio degli anni di piombo della sua città, scattando foto dei delitti di mafia per informare l’opinione pubblica e scuotere le coscienze. Comprende di trovarsi nel mezzo di una guerra civile. Il suo archivio racconta l’egemonia del clan dei Corleonesi. Sono suoi gli scatti all’hotel Zagarella che ritraggono gli esattori mafiosi Salvo insieme a Giulio Andreotti e che furono acquisiti agli atti per il processo.

Il 6 gennaio 1980 è la prima fotoreporter a giungere sul luogo dell’omicidio di Piersanti Mattarella. Con questo scatto Il lavoro di documentazione della difficile realtà siciliana di Battaglia raggiunse il culmine della notorietà. Nello stesso anno, un altro suo scatto della “bambina con il pallone” nel quartiere palermitano della Cala fa il giro del mondo. Diviene una fotografa di fama internazionale. Le sue foto, spesso in un vivido e nitido bianco e nero, si prefiggono di raccontare soprattutto Palermo nella sua miseria e nel suo splendore, i suoi morti di mafia ma anche le sue tradizioni, gli sguardi dei bambini e delle donne, i quartieri, le strade, le feste e i lutti, la vita quotidiana e i volti del potere di una città dalle mille contraddizioni.

La bambina con il pallone, 1980 © Letizia Battaglia
La bambina con il pallone, 1980 © Letizia Battaglia

Negli anni ’80 crea il “laboratorio d’If”, dove si formano fotografi e fotoreporter palermitani. Tra essi: sua figlia Shobha, Mike Palazzotto e Salvo Fundarotto. È stata la prima donna europea a ricevere nel 1985, ex aequo con l’americana Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life. Un altro premio, il Mother Johnson Achievement for Life, le è stato tributato nel 1999.

Dal 1992 Battaglia si allontana definitivamente dalla fotografia a seguito dell’assassinio di Giovanni Falcone, poiché stanca di confrontarsi con la violenza. Negli anni 2000 si dedicò prevalentemente ad attività sociali e culturali. Dirige la rivista bimestrale realizzata da donne Mezzocielo, nata da una sua idea nel 1991. 

1992, Palermo – Rosaria Schifani, vedova dell’ agente di scorta Vito, ucciso insieme al giudice Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e tre suoi colleghi © Letizia Battaglia
1992, Palermo – Rosaria Schifani, vedova dell’ agente di scorta Vito, ucciso insieme al giudice Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e tre suoi colleghi © Letizia Battaglia

Battaglia si trasferisce a Parigi  nel 2003, delusa per il cambiamento del clima sociale e per il senso di emarginazione da cui si sentiva circondata, ma dopo 2 anni ritorna a Palermo. È solo nel 2011 che torna a esporre le sue opere in città, grazie a un’iniziativa del Palermo Pride.

Nel 2017 inaugura all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa il Centro Internazionale di Fotografia di Palermo da lei diretto, metà museo, metà scuola di fotografia e galleria.

Negli ultimi anni di vita Battaglia fu insignita di diversi riconoscimenti internazionali e seguì l’allestimento di diverse grandi mostre a lei dedicate, tra cui l’importante retrospettiva ai Tre Oci di Venezia del 2019. 

Malata di tumore da tempo, è deceduta nella tarda serata del 13 aprile 2022, all’età di 87 anni.

In tutta la sua carriera fotografica, Battaglia lavorò con la Leica M2, una fotocamera a telemetro analogica, prediligendo inquadrature grandangolarie fotografie in bianco e nero. In questa maniera, accanto alla bellezza formale della composizione e dell’istante ritratto, gli scatti di Battaglia si presentano drammatici e intensi, come se riuscisse a catturare tutta la tensione emotiva presente in quel frangente.

Confrontandosi principalmente con la fotografia di cronaca, Battaglia si misurò sulla realizzazione di una singola immagine in cui condensare la somma delle informazioni e delle emozioni: un’intrusione quasi corporea nella realtà e quindi una dichiarazione della sua presenza empatica.

L’attività fotografica di Battaglia è nota soprattutto per le immagini dei crimini ma il suo lavoro non fu solo questo, infatti si impegnò anche a documentare la complicata situazione in cui versava la Sicilia. Ossia il gli eventi in piazza, il degrado sociale e ambientale, la disoccupazione, la condizione femminile, il lavoro minorile, il gioco dei bimbi per le strade, i salotti borghesi, insomma la vita quotidiana siciliana.

Uno dei soggetti preferiti di Battaglia sono state le donne: una parte per motivi puramente estetici, un’altra perché vedeva la fotografia come un mezzo di emancipazione dalla loro condizione sociale di inferiorità e infine perché era anche uno strumento di indagine psicologica su se stessa.

Libri Fotografici Consigliati