HENRI CARTIER-BRESSON

Paese: Francia
Nascita: 1908 | Morte: † 2004  
Web: www.magnumphotos.com/photographer/henri-cartier-bresson/

Henri Cartier-Bresson (Chanteloup-en-Brie, 22 agosto 1908 – Montjustin, 3 agosto 2004) è stato un fotografo francese, considerato un pioniere del fotogiornalismo, tanto da meritare l’appellativo di “L’occhio del secolo”. Teorico dell’istante decisivo in fotografia, ha anche contribuito a portare la fotografia di stampo surrealista (ispirata a Eugène Atget) a un pubblico più ampio. È stato uno degli esponenti più importanti della cosiddetta fotografia umanista.

Man cycling down street. Hyères, France.1932. © Henri Cartier-Bresson | Magnum Photos
Man cycling down street. Hyères, France.1932. © Henri Cartier-Bresson | Magnum Photos

Bresson nasce nel 1908 e già da ragazzo inizia a conoscere il mondo della fotografia grazie allo zio, anche se all’inizio preferisce l’arte della pittura. Si appassiona così al movimento surrealista. All’amore per la pittura accompagna anche quello per la letteratura e la filosofia. 

Nel 1932, dopo aver trascorso un anno in Costa d’Avorio, scoprì la Leica – da allora in poi la sua macchina fotografica preferita – e iniziò una passione per la fotografia che durò tutta la vita. Nel 1933 tiene la sua prima mostra alla Julien Levy Gallery di New York. Successivamente ha realizzato film con Jean Renoir. 

Madrid, Spain, 1933 © Henri Cartier-Bresson
Madrid, Spain, 1933 © Henri Cartier-Bresson

Durante la Seconda guerra mondiale, Cartier-Bresson entra nella resistenza francese, continuando a svolgere costantemente la sua attività fotografica. Fatto prigioniero di guerra nel 1940, fuggì al terzo tentativo nel 1943 e successivamente si unì a un’organizzazione clandestina per assistere prigionieri e fuggitivi.

Nel 1944 fotografa il momento della liberazione di Parigi e gli viene commissionato dall’Ufficio della guerra degli Stati Uniti il film Le Retour, in cui Bresson immortala il ritorno a casa dei deportati e dei prigionieri di guerra.

Nel 1946, credendolo morto in guerra, il Moma decide di organizzare una personale postuma del fotografo, che una volta venuto a conoscenza del fatto contatta il museo e organizza la mostra The Photographs of Henri Cartier-Bresson, aperta nel 1947. Per la mostra realizza lo Scrap Book, un volume contenente circa 350 dei suoi scatti, da presentare ai curatori della mostra.

Boston, Stati Uniti, 1947 © Henri Cartier-Bresson
Boston, Stati Uniti, 1947 © Henri Cartier-Bresson

Nel 1947 insieme a Robert Capa, George Rodger, David Seymour e William Vandivert fonda Magnum Photos, una delle più importanti agenzie fotografiche nel mondo, ancora oggi esistente, che ha anche lo scopo di proteggere il diritto d’autore.

Dopo tre anni trascorsi viaggiando in Oriente, nel 1952 torna in Europa, dove pubblica il suo primo libro, Images à la Sauvette (pubblicato in inglese come The Decisive Moment). Ha spiegato il suo approccio alla fotografia in questi termini: “Per me la macchina fotografica è un quaderno di schizzi, uno strumento di intuizione e spontaneità, padrone dell’istante che, in termini visivi, interroga e decide allo stesso tempo. È attraverso l’economia dei mezzi che si arriva alla semplicità di espressione.”

La fotografia ha portato Henri a viaggiare in tutto il mondo: Cina, Messico, Canada, Stati Uniti, Cuba, India, Giappone, Unione Sovietica e molti altri paesi. Cartier-Bresson divenne il primo fotografo occidentale che fotografava liberamente nell’Unione Sovietica del dopo-guerra. 

Tra il 1951 e il 1973 compie numerosi viaggi in Italia. Si ricorda quello in Abruzzo, dove il fotografo rimase affascinato dal borgo di Scanno, di cui fotografò gli scorci e la popolazione, in particolare le donne scannesi nel costume tipico, contribuendo a rendere l’isolato paese abruzzese, insieme a Mario Giacomelli con “Il bambino di Scanno” (1957) uno dei più interessanti e suggestivi paesi d’Abruzzo al grande pubblico. Oggi Scanno ha ricordato i due fotografi con una placca commemorativa in piazza San Rocco. Nel 1962 incaricato della rivista Vogue si reca in Sardegna dove si trattenne per una ventina di giorni e visita i luoghi della tradizione. 

Nei primi anni ‘70 il fotografo riduce drasticamente il suo lavoro e torna a dedicarsi alla pittura, fino all’inizio degli anni ‘80, quando esce dalle scene e si ritira a vita privata con la famiglia. Nel 1979 viene organizzata a New York una mostra tributo al genio del fotogiornalismo e del reportage. Nel 2000, assieme  alla moglie e la figlia annuncia la creazione della Fondation Henri Cartier Bresson, un archivio contenente tutte le sue opere e un punto di riferimento per altri artisti, per cui apre come spazio espositivo. 

Nel 2002 la Fondazione viene riconosciuta dallo stato francese come ente di pubblica utilità. Nella sua carriera ha ritratto personalità importanti in tutti i campi: Balthus, Albert Camus, Truman Capote, Coco Chanel, Marcel Duchamp, William Faulkner, Mahatma Gandhi, John Huston, Martin Luther King, Henri Matisse, Marilyn Monroe, Richard Nixon, Robert Oppenheimer, Ezra Pound, Jean-Paul Sartre ed Igor’ Fëdorovič Stravinskij.

Firenze, 1933 © Henri Cartier-Bresson
Firenze, 1933 © Henri Cartier-Bresson

Il 3 agosto 2004 il fotografo muore a Montjustin, all’età di 95 anni.

Il suo stile senza fronzoli, realista e immediato lo ha reso famoso al mondo. È un nuovo modo di approcciarsi alla realtà, spesso i soggetti non si rendono conto di essere fotografati e le foto sono spontanee e reali, le emozioni intense, anche il caratteristico bianco e nero della fotografia di Bresson è caratteristico di questa ricerca di autenticità. 

Bresson è il primo esponente dell’estetica del momento decisivo, il momento esatto in cui scattare una foto, raccontare una storia e rendere immortale un momento importante. Tra le sue opere troviamo anche diverse foto in movimento, in cui il fotografo vede particolari equilibri e armonie.

Figuring running. Place de L'Europe, Gare Saint Lazare, Paris, France, 1932 © Henri Cartier-Bresson
Figuring running. Place de L’Europe, Gare Saint Lazare, Paris, France, 1932 © Henri Cartier-Bresson

Non gli piaceva sviluppare o realizzare le proprie stampe e mostrava una notevole mancanza di interesse per il processo fotografico in generale, paragonando la fotografia con la piccola macchina fotografica a un “disegno istantaneo”.

Libri Fotografici Consigliati

SHOPPING > Libri

Available for Amazon Prime