GABRIELE BASILICO

Paese: Italia
Nascita: 1944 | Morte: † 2013
Web: www.archiviogabrielebasilico.it

Dalmazio Gabriele Basilico (Milano, 12 agosto 1944 – Milano, 13 febbraio 2013) è stato un fotografo italiano, uno dei più noti fotografi documentaristi europei. È considerato uno dei maestri della fotografia contemporanea, ha ricevuto molti premi e le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private italiane e internazionali.

Basilico nasce a Milano nel 1944. Dopo la laurea in architettura (1973), si dedica con continuità alla fotografia. Proprio i suoi studi di architettura lo avvicinano all’ambiente dell’editoria di settore per cui realizza, su commissione, un’ampia serie di lavori. Fotografa esclusivamente in bianco/nero e suoi campi d’azione privilegiati sono il paesaggio industriale e le aree urbane. La forma e l’identità delle città, lo sviluppo delle metropoli, i mutamenti in atto nel paesaggio postindustriale sono da sempre i suoi ambiti di ricerca preferiti. 

Negli anni 1978-1980 fa la sua prima ricerca importante Milano. Ritratti di fabbriche il suo primo lungo lavoro che ha come soggetto la periferia industriale e corrisponde alla sua prima mostra presentata in un museo nel 1983 (Padiglione di Arte Contemporanea, Milano). A proposito di questo lavoro, Basilico ha dichiarato in seguito: 

“Ho sempre pensato che i miei “ritratti di fabbriche” nascessero dal bisogno di trovare un equilibrio tra un mandato sociale – che nessuno mi aveva dato, ma che era la conseguenza dell’ammirazione che io provavo per il lavoro dei grandi fotografi del passato – e la voglia di sperimentare un linguaggio nuovo, in grande libertà e senza condizionamenti ideologici.

Gabriele Basilico © dalla serie Milano, ritratti di fabbriche, 1978-1980
Gabriele Basilico © dalla serie Milano, ritratti di fabbriche, 1978-1980

Il primo incarico internazionale è del 1984-1985, quando viene invitato (unico italiano) a partecipare alla Mission Photographique de la DATAR, il grande incarico governativo affidato a un gruppo internazionale di fotografi con l’obiettivo di documentare le trasformazioni del paesaggio francese. Da questo lavoro nascono il libro e la mostra Bord de mer.

Gabriele Basilico © Bord de Mer

Nel 1990 a Parigi riceve il “Prix Mois de la Photo” per la mostra e il libro Porti di Mare. Nel 1991 partecipa, con altri fotografi internazionali, a una missione a Beirut, città devastata da una guerra civile durata quindici anni. La sua notorietà si sposta a un livello ancora più decisamente internazionale. Nell’introduzione al volume Basilico/Beirut, pubblicato da La Chambre Claire nel 1994, Basilico ha definito il senso del suo lavoro: 

“Non si trattava di realizzare un reportage o di produrre un inventario, bensì di comporre uno “stato delle cose”, un’esperienza diretta del luogo affidata a una libera e personale interpretazione, in un momento delicatissimo e irripetibile della storia di Beirut: la fine, nel 1990, di un’estenuante guerra iniziata quindici anni prima (13 aprile 1975), e l’attesa di una ricostruzione annunciata. Una guerra assurda, spietata, perversamente giocata sulla ricomposizione degli schieramenti. Una guerra logorante, combattuta con armi medie e leggere, che ha distrutto centinaia di migliaia di vite umane e devastato il centro della città: in un’area di un chilometro per un chilometro e mezzo si è sparato senza sosta, nelle strade, dalle finestre, dai tetti, fin nei luoghi più sacri e privati, come dimostravano i bossoli di differenti calibri di proiettili che si trovavano ancora negli angoli più impensati. Alla fotografia veniva affidato il compito civile di contribuire, con la testimonianza della follia umana, alla costruzione della memoria storica.”

Gabriele Basilico 1991 - Beirut
Gabriele Basilico 1991 – Beirut
Gabriele Basilico 1991 - Beirut
Gabriele Basilico 1991 – Beirut

Un primo bilancio sul suo lavoro è oggetto della retrospettiva alla Fondazione Galleria Gottardo di Lugano nel 1994 e del volume L’esperienza dei luoghi. Fotografie 1978-1993.

Nel 1996 con la mostra Sezioni del paesaggio italiano/Italy – Cross Sections of a Country, in collaborazione con Stefano Boeri, partecipa alla Biennale di Venezia e riceve il premio “Osella d’oro” per la fotografia di architettura contemporanea. Nel 1999 pubblica Interrupted City e Cityscapes, con oltre trecento immagini sulle città realizzate a partire dalla metà degli anni ‘80, da cui seleziona una serie di fotografie per le esposizioni allo Stedelijk Museum di Amsterdam, al CPF (Centro Portugues de Fotografia) di Porto, al MART (Museo d’Arte Moderna di Trento e Rovereto) di Trento, e al MAMBA (Museo de Arte Moderno) di Buenos Aires. 

Gabriele Basilico, Paris, 1997 © Archivio Gabriele Basilico

Basilico, nelle sue vedute, recupera una “lentezza dello sguardo” che gli permette di cogliere i minimi particolari, propone una “contemplazione” che, attraverso la sua perizia tecnica, permette di collocarci al limite superiore della capacità percettiva del reale.

Il tema dell’identità della città tra preesistenza storica e sviluppo contemporaneo, tra distruzione e ricostruzione postbellica, tra utopia urbanistica e cantiere per il futuro, è, tra gli altri, ben rappresentato dal lavoro sulla città di Berlino del 2000, conseguente ad un invito ricevuto dalla DAAD (Deutscher Akademischer Austausch Dienst). Nel 2000 Basilico riceve il premio dell’I.N.U., Istituto Nazionale di Urbanistica, per il suo contributo alla documentazione fotografica dello spazio urbano contemporaneo.

Nel 2002 la GAM, Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino gli dedica una retrospettiva, e nell’ambito di Photo España con il volume Berlin vince il premio per il miglior libro fotografico dell’anno. Nel 2003 partecipa alla V Biennale di Architettura e di Design di Sao Paulo con una mostra in collaborazione con Alvaro Siza, successivamente esposta alla Triennale di Milano e al PAN di Napoli.

Nel 2005 pubblica il libro Scattered City, raccolta di centosessanta immagini inedite di città d’Europa. Nel 2006 espone alla Fundação Calouste Gulbenkian di Lisbona e riceve un incarico di lavoro dal Nouveau Musée National de Monaco. In collaborazione con Amos Gitai realizza inoltre una video proiezione sulla città di Beirut. Nel 2006 pubblica il volume Photo Books 1978-2005, che raccoglie e illustra tutti i suoi libri personali e molti dei più importanti libri collettivi a cui ha preso parte. Lo stesso anno, in occasione di una grande retrospettiva alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi pubblica la monografia Appunti di un Viaggio/Carnet de travail 1969/2006. Nel 2007 espone al Palazzo della Ragione di Mantova, all’Ara Pacis di Roma, alla Fondazione Ragghianti di Lucca, alla Pinacoteca Provinciale di Bari.

È anche invitato alla Cinquantaduesima Esposizione d’Arte della Biennale di Venezia dove presenta fotografie della serie Beirut 1991. Sempre nel 2007 realizza una grande campagna fotografica sulla Silicon Valley su incarico del SFMoMA (San Francisco Museum of Modern Art) di San Francisco, dove espone nel 2008, pubblicando il volume Gabriele Basilico-Silicon Valley. Inoltre riceve dalla Fondazione Astroc di Madrid il “Premio Internazionale per la Fotografia di Architettura” ed espone in quella sede. La mostra è accompagnata dal volume Intercity

Nel 2008 realizza una ricerca sulla città di Roma, presentata al Palazzo delle Esposizioni con il libro Roma 2007. Lo stesso anno presenta una ricerca sulla trasformazione della città di Mosca vista dalle sette “Torri staliniane”, svolta in collaborazione con Umberto Zanetti, alla Cité de l’Architecture/Palais de Chaillot di Parigi. Il volume che raccoglie il lavoro si intitola Mosca verticale.

La sua ricerca va sempre più allargandosi alle grandi metropoli del mondo e nel 2010-2011 lavora su Istanbul, Shanghai, Rio de Janeiro, pubblicando nel 2010 Istanbul 05.10, nel 2011 Da Istanbul a Shanghai, sempre nel 2011 Basilico. Rio de Janeiro 2011

Gabriele Basilico, Rio de Janeiro, 2011 © Archivio Gabriele Basilico

Partecipa alla XIII Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia nel 2012 con il progetto Common Pavilions, su progetto di Adele Re Rebaudengo e realizzato in collaborazione con Diener & Diener Architekten, Basilea, pubblicato nel 2013.

Basilico ha sempre intrecciato il suo instancabile lavoro fotografico sulla morfologia e le trasformazioni della città e del paesaggio contemporaneo con attività seminariali, lezioni, conferenze, riflessioni condotte anche attraverso la parola scritta. Il suo pensiero è stato raccolto e sintetizzato nel 2007 nel volume Gabriele Basilico. Architettura, città, visioni, a cura di Andrea Lissoni, mentre nel 2012 ha pubblicato Leggere le fotografie in dodici lezioni.

Dopo una grave malattia combattuta per circa un anno e mezzo, muore in un ospedale della sua città natale. Viene tumulato nella cripta del Famedio del Cimitero Monumentale di Milano.

Gli ambiti di ricerca privilegiati di Gabriele Basilico sono stati le trasformazioni del paesaggio contemporaneo, la forma e l’identità delle città e delle metropoli. Su questi temi ha pubblicato oltre sessanta libri personali.  Tra le molte città fotografate ci sono Amburgo, Barcellona, Bari, Beirut, Berlino, Bilbao, Francoforte, Genova, Graz, Istanbul, Lisbona, Liverpool, Losanna, Madrid, Montecarlo, Mosca, Napoli, Nizza, Palermo, Parigi, Roma, Rio de Janeiro, Rotterdam, San Francisco, San Sebastian, Shanghai, Torino, Trieste, Valencia, Zurigo. 

Ha partecipato a innumerevoli progetti di committenza pubblica su incarico di importanti istituzioni ed è stato insignito di molti premi. 

All’interno della sua vasta opera di riflessione sulle trasformazioni dei territori urbanizzati nel passaggio dall’era industriale a quella postindustriale, il tema della città come complesso e raffinato prodotto dell’economia e della storia occupa un posto centrale. Guidato da una passione sincera e da una viva ammirazione per le architetture e tutti i manufatti che nel tempo hanno dato forma alle città, Basilico ha scelto il rigore dello stile documentario per raccontarne il costante processo di stratificazione e ibridazione che le modella, in un lavoro di indagine del rapporto tra l’uomo e lo spazio costruito durato quasi quarant’anni. Con metodi diversi ma sempre fedeli allo stile descrittivo, ha creato una ininterrotta narrazione dei luoghi, indagando le singole città e al tempo stesso ponendole in relazione tra loro, restituendo la straordinaria articolazione degli scenari urbani nei quali vive l’uomo contemporaneo.

Fotografare gli spazi urbani per Basilico non è semplicemente speculazione sull’armonia delle forme.  Le città di Basilico sono il frutto dell’opera dell’uomo, il risultato delle trasformazioni sociali ed economiche dell’epoca industriale e post-industriale. Basilico ha adottato il modo analitico che segna la grande fotografia documentaria del Novecento. Un modo che è alla base dello sguardo aperto e democratico. Ha costruito un metodo compatto e coerente, irrobustito da quel tornare e ritornare sui luoghi, quel continuo guardare e riguardare il paesaggio antropizzato che ha orientato quella vasta area della fotografia contemporanea che ha come vocazione l’osservazione del mondo in trasformazione.

Basilico così ha descritto il senso di tante sue esplorazioni dell’ambiente urbano:

 “la città è il teatro dove si svolge il ritmo dell’identità urbana”.

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