Paese: Iran / Francia
Nascita: 1944 | Morte: † 2018
Web: www.abbasphotos.org
ʿAbbās ʿAṭṭār (Khash, 29 marzo 1944 – Parigi, 25 aprile 2018) è stato un fotografo iraniano trapiantato a Parigi, meglio conosciuto solo per il suo nome Abbas. La fotografia per lui era un qualcosa che lo accompagnava da tempo immemore. Ha fatto ingresso nella sua vita sin da quando era bambino e da allora i due non si sono mai più separati.
Abbas ha trascorso quasi sei decenni a documentare guerre e rivoluzioni in giro per il mondo, dall’Irlanda del Nord al Vietnam, Bangladesh, Medio Oriente passando per Cile, Cuba e il Sud Africa, senza contare la sua attenzione per altre tematiche trasversali, quale il rapporto tra le religioni e la società contemporanea.
Dal 1978 al 1980, si è occupato della rivoluzione in Iran; il libro IranDiary 1971-2002 (Autrement 2002) è un’interpretazione critica e testimonianza della storia dell’Iran. Dal 1983 al 1986, ha viaggiato in Messico, dal 1987 al 1994 si è occupato del mondo islamico dallo Xinjiang al Marocco.

Con il libro Allah O Akbar, un viaggio attraverso i militanti islamici (Phaidon, 1994) mostra le tensioni nelle società del mondo musulmano, divise tra la memoria di un ricco passato e il desiderio di modernizzazione; indaga il fenomeno della militanza politico-religiosa in 29 paesi e attraverso 4 continenti. Abbas diceva che aveva potuto vedere come “l’onda di passione religiosa sollevata da Khomeini in Iran non si sarebbe fermata alla frontiera, era destinata a diffondersi in tutto il mondo musulmano“.

Questo suo lavoro ha attirato molte attenzioni specialmente dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.
La preoccupazione di Abbas per la religione lo ha portato nel 2000 a iniziare un progetto sull’animismo, nel quale ha cercato di scoprire perché i rituali non razionali sono riemersi in un mondo sempre più definito dalla scienza e dalla tecnologia. Ha abbandonato questa impresa nel 2002, nel primo anniversario dell’11 settembre, per avviare un nuovo progetto a lungo termine sullo scontro tra religioni, definito come cultura piuttosto che fede, che crede si stia trasformando in ideologie politiche e quindi una delle fonti delle lotte strategiche del mondo contemporaneo.

Dal 2008 al 2010 Abbas ha viaggiato nel mondo del buddismo, fotografando con lo stesso occhio scettico. Nel 2013 ha concluso un simile progetto a lungo termine sull’induismo, dopo di che ha iniziato a lavorare sull’ebraismo in tutto il mondo.
La sua propensione a lavorare per serie, piuttosto che per scatti singoli, è stata spiegata dallo stesso Abbas con un paragone poetico: se la scuola di Henri Cartier-Bresson “disegna con la luce” singoli scatti iconici, lui con la luce “scriveva” interi saggi.
“Ogni mia fotografia dovrebbe funzionare anche da sola, ma è visualizzandola insieme alle altre che acquista maggior valore.”
Abbas è stato membro dell’agenzia Sipa dal 1971 al 1973, membro dell’agenzia Gamma dal 1974 al 1980.
Ha fatto l’ingresso nell’agenzia Magnum Photos nel 1980 e 5 anni dopo è diventato membro a tutti gli effetti. Abbas ha trascorso all’interno di essa quasi 40 anni. Ne diventò, per unanime riconoscimento, “un pilastro”.
“È stato un pilastro della Magnum, il padrino di una generazione intera di fotogiornalisti più giovani. Iraniano trapiantato a Parigi, era un cittadino del mondo che ha documentato senza sosta“.
“Che siano con lui gli dei e gli angeli delle religioni di tutto il mondo, che ha fotografato così appassionatamente“.
Thomas Dworzak, presidente Magnum Photos