31 Marzo 2020
Stephen Shore è considerato uno dei fotografi più significativi del nostro tempo. Ha segnato la storia della fotografia grazie principalmente a due lavori, American surfaces e Uncommon places. Ciò che li ha resi importanti, tra le altre cose, è stato il fatto che per la prima volta un fotografo usava la pellicola a colori per raccontare il paesaggio americano, concentrandosi su aspetti apparentemente banali del quotidiano.
Pubblicato da Mack Books Transparencies: Small Camera Works 1971-1979 è un libro di fotografie inedite che da una visione alternativa della sua opera più famosa, Uncommon Places.
Per Uncommon places, realizzato negli anni settanta, Shore ha utilizzato una macchina fotografica di grande formato, con cui ha ritratto tutto quanto incontrato in viaggio: le stanze in cui ha dormito, i pasti consumati, le persone, le strade, le stazioni di servizio, le automobili, i parcheggi, i paesaggi urbani. Insieme a questa macchina, che era più ingombrante e prevedeva tempi più lunghi per realizzare una singola immagine, Shore ne aveva con sé una più piccola, una 35 mm che gli permetteva di soffermarsi su quello che aveva intorno e catturarlo in maniera più spontanea.
Dopo cinquant’anni, quegli scatti sono stati raccolti per la prima volta nel libro Transparencies: Small Camera Works 1971-1979.
“È come se fossero dei momenti anticipatori di qualcosa di più grande. Sono foto scattate da punti di vista più insoliti, come dal finestrino della mia auto”, Stephen Shore.
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